Scritto da Andrea Luzzi
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Nike Flyprint è il primo tessuto prodotto con una stampante 3D creato appositamente per le performance degli atleti. La stampa digitale non è una novità per Nike, ma l’utilizzo che se ne farà sicuramente lo è.

La produzione avviene a partire da filamenti di un derivato del poliuretano attraverso il Solid Deposit Modeling (SDM), processo basato sulla sovrapposizione di diversi strati e della loro conseguente fusione; l’SDM ha inoltre la caratteristica di avere una catena di produzione estremamente rapida, circa 16 volte superiore alla norma. La tecnologia (che deriva parzialmente dall’eredità lasciata da altri materiali come Hyperfuse, Flywire e Flyknit) permette di costruire tomaie conformi alla struttura del piede del corridore in modo estremamente preciso e, grazie alla fusione dei diversi filamenti, riduce l’attrito del tessuto donando alla scarpa nuove capacità: i movimenti del piede diventano più contenuti e precisi mentre la tomaia diventa quasi interamente idrorepellente, problema frequentemente riscontrato anche dai più grandi maratoneti.

La versatilità del Flyprint ha un doppio valore. Se dal punto di vista tecnico è in grado di garantire prestazioni senza precedenti, dal punto di vista grafico permette una stampa durevole ed estremamente precisa grazie alla ridotta mobilità dei filamenti fusi tra di loro, facendo presupporre così un ampio uso anche al fi fuori delle piste di atletica. Le incredibili possibilità del Flyprint si ampliano ancora di più dal momento che non si presenta arrogantemente come successore del Flyknit, bensì come collaboratore in quanto (come riportato da Nike) è possibile una fusione tra i due, dando vita ad un nuovo materiale ancora più comodo e resistente.

Il Flyprint debutterà il 22 aprile con le Nike Zoom Vaporfly Elite Flyprint alla Maratona di Londra ai piedi dell’atleta keniano Eliud Kipchoge, già testimonial Nike e tester delle precedenti ZoomFly Elite, ma per l’uscita bisognerà attendere almeno fino alla fine del 2018.