Scritto da Andrea Luzzi
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Esistono combinazioni visive in grado di suscitare nell’uomo delle reazioni più o meno volontarie - felicità, tristezza, estasi e depressione sono solamente alcune di queste. Ma esistono al contempo immagini, simboli e colori talmente riconoscibili da creare un forte senso di ammirazione in chi li osserva. Il Viotech (che agli occhi dei più può sembrare un semplice viola) è riuscito a crearsi, in quasi vent’anni, una propria identità grazie ad una serie di artisti e sneakers che ne hanno esaltato le caratteristiche. Di seguito le principali apparizioni della colorazione nell’universo Nike.

2001 - Nike Dunk Low Pro B ‘Rainbow’ co.jp

La prima apparizione del Viotech risale al 2001. In un era pre-internet in cui le release region exclusive erano all’ordine del giorno, in Giappone compaiono le prime colorazioni destinate a scrivere la storia di Nike SB, fondata solamente un anno dopo. Le Nike Dunk Low Pro B ‘Rainbow’ co.jp non ricevono da subito l’apprezzamento che avrebbero ottenuto in futuro, ma il tempo, l’unicità della colorazione ed il viola presente su suola e tomaia in suede le hanno rese le icone della divisione fondata da Sandy Bodecker.

2002 - atmos x Nike Air Max 1

La seconda collaborazione di Nike con atmos rappresenta anche la seconda apparizione del Viotech su una sneaker swooshata. Ispirata alla versione Safari uscita l’anno precedente, le atmos x Air Max 1 ‘Viotech’ sono subito un successo seppur presentando il colore viola solamente sullo swoosh laterale.

2002 - Nike Air Trainer III

Nel 2002 il Viotech appare per la prima volta su delle sneakers disegnate esplicitamente per lo sport. La fama delle Nike Air Trainer III deriva infatti non direttamente dal modello stesso, ma da coloro che le indossavano. Bo Jackson, John McEnroe e Andre Agassi sono solamente alcuni degli atleti che hanno vestito in competizioni ufficiali la sneaker ideata da Tinker Hatfield.

2003 - atmos x Nike Air Max 95

Sull’onda del successo delle Air Max 1 uscite un anno prima, atmos collabora nuovamente con Nike. Questa volta l’obiettivo è diverso: far tornar in auge la serie Air Max in un periodo in cui il mondo delle sneakers è governato da scarpe da basket. In collaborazione con il designer di ACG, Sergio Lozano, Hirofumi Kojima progetta una nuova Air Max 95 con la stessa color palette delle Air Max 1 dell’anno precedente. Le atmos x Air Max 95 infatti hanno poco e nulla di Viotech, se non gli occhielli in stoffa e la air unit, ma è ciò che basta per garantire loro l’accesso all’olimpo delle sneakers.

2013 - Nike Dunk SB Low ‘Rainbow’

Come detto in precedenza, il successo delle Nike Dunk Low Pro B ‘Rainbow’ co.jp del 2001 è arrivato con il tempo, tanto da permettere una nuova release dodici anni dopo sotto il nome di Nike SB. Il modello resta praticamente invariato, fatta eccezione per il pull tab sulla linguetta, l’oro sulla tomaia (ora diventato arancione) e una maggior saturazione dei colori, dovuta in parte all’avanzamento delle tecnologie manifatturiere di Nike.

2018 - Aleali May x Air Jordan 1

Aleali May rappresenta, dopo Va$htie Kola, la seconda donna ad aver collaborato direttamente su una sneaker di casa Jordan. E non è un caso se per l’occasione è stata scelta la più iconica tra le silhouette del brand. La colorazione invece si ispira nuovamente alle Nike Dunk Low Pro B ‘Rainbow’ co.jp del 2001, con un tocco di femminilità in più e delle tonalità decisamente più morbide.

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2019 - Nike Air Max 90 ‘Viotech 2.0’

Il 2019 sembra essere nuovamente l’anno del Viotech. Con tonalità leggermente modificate, la colorazione torna in una versione 2.0 sulle Air Max 90 la cui tomaia in suede mette in bella vista i colori Lucid Green, Game Royal e gli accenti gialli.

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2019 - Nike Air Max 90 ‘Viotech’

L’ultimo modello (almeno per il momento) che adotterà appieno le caratteristiche del ‘Viotech’ sarà nuovamente Air Max 90. In una palette che riflette perfettamente i colori delle Nike Dunk Low Pro B ‘Rainbow’ co.jp del 2001, le Air Max 90 ‘Viotech’ sono pronte ad accogliere l’eredità lasciata da tutti i suoi predecessori. L’unione di una colorazione che ha fatto la storia con un modello altrettanto leggendario è la giusta consacrazione di uno schema di colori che in diciotto anni ha segnato la storia di Nike.

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