Scritto da Andrea Luzzi
Share

Dalla passione per le sneaker al resell. Andrea Canziani, fondatore di Dropout Milano, ci racconta come è nata l’idea di aprire il primo resell store nel nord Italia.

 

Ciao Andrea! Prima di tutto volevo iniziare con una domanda molto diretta: da dove viene il nome “Dropout”?

Il nome ha una storia molto simpatica visto che siamo tutti molto legati al termine “sold out”: spesso ci fa ridere perché abbiamo coppato qualcosa che, appunto, è andato “sold out” ma la maggior parte delle volte, per me in primis, è più un “cavolo, anche ‘sto giro sold out”. Allo stesso tempo “Soldout” sarebbe stato un po’ scontato. Giocando con le parole siamo arrivati a “release sold out” ed infine “drop sold out”; poi uno dei soci ha legato il termine al primo album di Kanye (The College Dropout) e mi è sembrato subito perfetto!

Pensi che il consignment giocherà un ruolo importante della creazione di una community milanese ed italiana?

Sicuramente noi parliamo principalmente al mercato milanese o, diciamo così, “del nord”, ma ovviamente dovesse venire un ragazzo da giù per un weekend a Milano potrebbe tranquillamente  venire in negozio e portare o scambiare i propri pezzi. Lavorando sul mercato worldwide guardiamo direttamente ai “big” del consignment, Flight Club in primis, per portare in Italia anche perle rilasciate magari esclusivamente in alcuni paesi.

Dropout sarà il primo resell/consignment store di Milano, la capitale della moda. L’idea nasce più da una “necessità” o da un “desiderio” di voler rendere lo streetwear più accessibile al grande pubblico?

Di base c’è il fatto che io sia di Milano, quindi è questa la mia casa; ciò non toglie che l’idea nasce anche dal fatto che sotto alcuni punti di vista, pur non essendo la capitale, Milano è più importante di altre città d’Italia. “Necessità” e “desiderio” vanno esattamente di pari passo. Da una parte c’è la mia volontà di mettere in pratica una passione e farla diventare un business, da passatempo piacevole ad organizzazione vera e propria; dall’altra, l’Italia e Milano prima di tutti, grazie soprattutto ai vari rapper, trapper ed influencer, si sta avvicinando moltissimo alla cultura comune dello streetwear, non solo musicalmente parlando. Sono una serie di circostanze che si incrociano perfettamente.

Meno di un anno fa aprì il primo negozio di resell ufficiale in Italia, Big Soup, ed ora è il turno di Dropout. È segno che qualcosa sta cambiando nello sneaker game italiano?

Assolutamente sì, secondo me acquistare tramite resell sarà sempre più alla portata di tutti dato che probabilmente i prezzi si abbasseranno dato l’aumento di quantità sia di sneakers dello stesso modello sia del numero di modelli. Kanye stesso ha detto “Yeezy per tutti” e così sembrerebbe essere, in opposizione alla politica intrapresa da Nike con lo stesso artista qualche anno fa. D’altra parte ti dico che sarà comunque difficile ottenere le scarpe perché con l’aumento di sneakers aumenterà anche il numero di persone che le vorranno. 

Infine, una domanda che concerne voi ma anche tutto lo streetwear in genere: come vedi il tuo store tra dieci anni?

Guarda, oltre alle cose di cui abbiamo parlato prima, noi saremo anche un contenitore per brand emergenti e nuove realtà. L’obbiettivo è sicuramente essere anche una vetrina per le novità. Lo stesso store, Dropout, sarà allo stesso temporum brand per poter creare una grande famiglia. Come ho già detto, il mio obbiettivo è quello di assomigliare sempre di più a colui che ha fatto scuola a tutti noi reseller, ovvero Flight Club. Tra l’altro noi partiamo da subito con un’app associata al negozio, Hype Analizer, cosa che ancora non hanno neanche alcuni giganti di questo mercato, per garantire il massimo della trasparenza anche attraverso il consignment.

 

Grazie ancora ad Andrea per la disponibilità! Vi aspettiamo tutti il 16 settembre, giorno dell’apertura ufficiale di Dropout Milano, in Via Urbano III, 4.