Scritto da Andrea Luzzi
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A distanza di pochi giorni dall’inizio di Kickit, una delle fiere di compra-vendita sneakers più grandi d’Italia in programma il 23 settembre, abbiamo avuto la possibilità di scambiare due parole con Fabrizio Efrati, founder dell’evento e proprietario dello sneaker store I Love Tokyo.

 

Ciao Fabrizio! Iniziamo con una domanda relativamente semplice: da dove nasce l’idea di Kick-It?

Allora, l’idea di Kickit è nata dopo tanti anni di lavoro in giro per l’Europa nei vari fashion shows e markets. Guarda caso Sneakerness era appena nato e già mi interessava molto il tipo di evento molto innovativo per l’epoca. Se pensiamo che quest’anno è il decimo della loro esistenza… Ma anche noi lavoriamo sempre duro per essere sempre noi stessi con il nostro tocco di italianità!

Per creare un market-place bisogna prima di tutto fondare una solida community di appassionati. Pensi che sia questa una delle risorse più importanti di KickIt, una forte comunità di sneakerhead a Roma?

Nell’epoca dei social, specialmente in una città come la nostra che vanta milioni di persone sempre connesse ad internet e soprattutto legate a gruppi proprio come lo sono io e tutti quelli che fanno parte del nostro gruppo organizzativo, tutti rigorosamente sneakerheads, le community sono fondamentali. Senza di loro non esisterebbero i market e tutto quello che si chiama business. Un grazie quindi soprattutto a chi fonda queste community, che sviluppa un vero senso organizzativo ed imprenditoriale.

Parlando di scarpe, negli ultimi anni abbiamo visto sempre più collaborazioni tra celebri brand di streetwear ed artisti acclamati. Sei contento di come si sta evolvendo lo sneaker game?

Tempo fa bastava, a chi come me lavora nell’ambito della moda e delle calzature, una colorazione speciale o un nuovo tema per svegliare l’interesse del cliente o dell’appassionato e mandarlo a comprarla subito per non farsela scappare. Ora questo co-branding che sta spopolando da circa 6/7 anni in maniera massiccia, in cui basta scrivere sulla suola della scarpa stessa una frase una semplice parola o marcarla con il nome dell’artista stesso non mi fa assolutamente piacere dal punto di vista personale, ma da imprenditore sì. Volendo stare a passo con i tempi siamo obbligati a seguire questo filone altrimenti perderemmo il vero significato di quello che stiamo costruendo… ma si sa, la ruota gira e di sicuro le collaborazioni torneranno ad un punto di partenza ancora più diverso con un nome nuovo ed un’idea ancora più interessante.

Nella fiera di settembre saranno presenti anche dei workshop, a sottolineare la sempre maggiore richiesta di custom da parte dei clienti. Pensi che sarà questa la direzione che intraprenderà il mondo delle sneakers?

La nuova onda, come la chiamo io, di artisti del custom é sempre più grande. Ragazzi come gli Shooter, la crew di Dcj con Goghi ed altri sparsi per tutta Italia danno sfogo alla loro creatività garantendo un servizio a tutti coloro che lo chiedono. Inoltre il 23 ci sarà un nostro sponsor a fornirci i colori, il team di Custom Supply. È un lavoro vero e proprio e come tale deve essere considerato un nuovo filone del mondo delle sneakers. Debbo confessare però che negli anni passati ci sono stati molti customizers europei come Sneakerbonsai e Solepanda che hanno un po’ sbarrato la strada ai nostri… ed il customizzatore più pagato del mondo, il caro Virgil Abloh, gli ha dato la forza e la spinta per farsi conoscere!

Il successo di Kickit è sempre maggiore e i partecipanti vengono ormai da tutta Italia. Sogni di portare l’evento anche al di fuori della nostra nazione o preferiresti mantenere una cerchia più ristretta di aficionados?

Presto per dire successo… Io direi più percorso o progresso perché dalla prima di esattamente un’anno fa, da 3K followers su Instagram a 28K e dalle tremila presenze della prima alle quasi quattromila della seconda, c’é e ci sarà molto lavoro da fare per coinvolgere di più tutta l’italia. Non solo per farla venire a Roma, dove faremo l’evento più grande di tutti (sempre 2 volte all’anno), ma abbiamo già fissato la data per Milano a novembre, Bologna a gennaio ed altre date per Napoli ed altre città. Onestamente io penso al mio paese e ai nostri ragazzi, perché quello che vediamo qui è prodotto, sviluppato  e portato avanti dai social. Ogni nazione ha i suoi Barengo, Vladislav (Kirillov, ndr) e Federico Schwartz ed i nostri ce li teniamo stretti.

Nella prossima edizione del Kickit sarà presente un numero mai visto di artisti provenienti da tutto il mondo. In base a cosa avete scelto gli ospiti per questa edizione?

Ce ne saranno più di trenta tra resellers, bloggers, youtubers e IGers: da Hikmet Sugoer, ex Solebox, a Edson Sabajo, Founder di Patta, famoso sneakerstore di Amsterdam, a Selma Sebbagh e Jeanne Santoli, entrambe parigine che hanno trasformato il loro profilo IG in un fashion diario giornaliero cult per tante ragazze europee. Ci saranno icone del reselling come Larry Deadstock e Driss Dendoune, re del vintage Nike, per non parlare del ritorno di Laro Lagosta, ormai di casa con una nuova t-shirt per noi in quantità limitata, e tanti altri… Vi conviene passare perché altrimenti non riesco ad elencarveli tutti. Per non escludere poi il discorso musica, dall’apertura fino a chiusura, con dj locali come MGMK della Touchthewood, i pluripremiati Beat Soup e la dj fresca di investitura, direttamente dalla leggendaria Rock Steady Crew di NYC, Leva57. Mi avete chiesto su che base li ho scelti: sono tutti amici miei personali di vecchia data e non potevano rifiutare un mio invito. Non parliamo poi dell’area food con dolce e salato per tutti i palati…

Un ultimo “in bocca al lupo” a te e a tutto lo staff di Kickit, ci vediamo domenica 23 settembre all’Atlantico a Roma!

 

Potete acquistare i biglietti sul sito kickit-market.com. Seguite tutti gli aggiornamenti dell’evento sul profilo Instagram ufficiale @kickitmarket.