Scritto da Andrea Luzzi
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Abbiamo già parlato in passato di LifeSux e di quanto il brand made in Italy sia sulla bocca di tutti nell'ultimo periodo. Abbiamo avuto la possibilità di fare qualche domanda a Nicolò Ferrari, ideatore e fondatore di LifeSux, sulle origini e le influenze del brand. Ecco un estratto della conversazione:

 

Da dove viene l’idea di creare un brand come LifeSux?

«Sono sempre stato appassionato di abbigliamento e ho lavorato come agente per Slam Jam per alcuni anni prima di maturare la decisione di creare un mio brand. Il nome nasce dalla mia tendenza a interpretare la vita come qualcosa di ineluttabile. Da qui nasce un’espressione forte ma che rende bene l’idea»

Le vostre tee, hoodie e pants sono tutti puramente streetwear e ricordano molto i capi (ormai) old school che venivano indossati negli anni 90. Da cosa o chi avete tratto ispirazione?

«Non c’è un brand di riferimento quanto piuttosto la voglia di rendere omaggio a un periodo che ha posto le basi per quella che è la storia dello streetwear, una storia che stiamo vivendo ancora oggi»

È piuttosto insolito per un brand italiano produrre vestiti associabili allo streetwear americano. Preferite dissociarvi dalla tradizione italiana o c’è qualche collegamento tra i vostri prodotti e l’Italia?

«Il nostro è un brand made in Italy che ha nella fattura dei capi il suo punto di contatto con l’ambito in cui ci muoviamo. Sul piano stilistico, invece, la nostra ispirazione rimane fortemente americana»

Dai vostri progetti si intuisce immediatamente che la musica è una parte importante del brand. Pensi che possa aver influito in qualche modo sulle vostre collezioni?

«Sì, decisamente. La musica per noi è fondamentale perché dal suo mondo attingiamo a piene mani. È una forma d’arte che si sposa bene con i capi di LifeSux tanto che alcune nostre grafiche provengono chiaramente da quel mondo»

Se potessi descrivere LifeSux con una sola frase, quale sarebbe?

«Shit happens… LifeSux!»